Milano

IL CASO

Biglietti per la Scala, Pisapia
dice "basta con lo scandalo"

Coro di proteste per i tagliandi introvabili e rivenduti a prezzi folli sui siti stranieri. "Tradito
lo spirito del teatro", dice il sindaco". Il sovrintendente Lissner: "Non abbiamo alcuna colpa"

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Il commento di politici e melomani è unanime. Tutti parlano di «operazione scandalosa» e chiedono «più controlli e più trasparenza». Il primo a condannare il malcostume della vendita online a prezzi gonfiati dei biglietti della Scala è Giuliano Pisapia, che è anche presidente della Fondazione del teatro milanese. Il caso denunciato da Repubblica riguarda prima di tutto, ma non solo, i ticket (esauriti) per il Don Giovanni di Mozart diretto da Barenboim, scomparsi in pochi minuti e ricomparsi su portali stranieri a prezzo doppio. Una prassi che, lamentano i melomani, si ripete per ogni rappresentazione.

Lo scandalo dei biglietti per la Scala

«Sono molto colpito — commenta il sindaco — Bisogna individuare strumenti perché tutto ciò non succeda più in futuro». Ma oltre a chiedere un giro di vite sulle vendite — il trucco del predatore informatico lascia centinaia di appassionati a bocca asciutta — Pisapia lancia «un messaggio di civismo»: «Tutti devono ribellarsi di fronte a queste situazioni — dice — perché anche chi acquista, e non solo chi vende, i biglietti in questa maniera tradisce lo spirito della Scala e quello che Milano vuole diffondere nel mondo attraverso questo teatro».

Posizione condivisa dal sovrintendente scaligero Stéphane Lissner, in trasferta a Mosca, che difende l’istituzione: «Ha ragione Pisapia: chi compra i biglietti in questo modo fa un danno a Milano. Il teatro non ha alcuna responsabilità: la vendita dei biglietti avviene in totale trasparenza e il suo iter viene monitorato continuamente». Eppure il fenomeno c’è. Il 7 novembre, in pochi secondi, i biglietti che il teatro aveva messo a disposizione del pubblico per le repliche dell’opera in programma dal 7 al 28 dicembre sono spariti. Poche ore dopo gli stessi sono ricomparsi, rincarati del 100 per cento, su portali stranieri. «È scandaloso — commenta Claudia Buccellati, melomane e grande frequentatrice della Scala — Il fenomeno è da combattere, anche se temo sia diffuso in tutti i grandi teatri del mondo. Non so come si possa fermare questa vendita parallela, certo non si può bloccare la distribuzione online perché Internet è uno strumento usatissimo da tutti».

Una proposta concreta arriva dalla Lega, con il capogruppo Matteo Salvini che rilancia il «metodo Maroni che ha contribuito a combattere il bagarinaggio negli stadi». Salvini spiega: «Tutti i biglietti della Scala, anche quelli comprati in biglietteria, dovrebbero essere nominali come quelli per le partite. E il teatro dovrebbe intensificare i controlli incrociati con le carte di identità degli spettatori. In questo modo si farebbe fuori una parte di furbi».

Manfredi Palmeri, capogruppo del Nuovo polo per Milano, sposa questa causa: «È legittimo che le agenzie costruiscano pacchetti viaggio anche su eventi come quelli alla Scala, ma tutto ciò deve avvenire nella massima trasparenza e rispettando le leggi del mercato. Il teatro deve conoscere la destinazione dei suoi biglietti e l’uso che ne viene fatto, altrimenti l’effetto è una forma di violenza culturale prima ancora che nei confronti della Scala, verso i cittadini  clienti». Andrea Fanzago, consigliere comunale del Pd, chiede invece alle autorità «di verificare se non sia un reato, così come il bagarinaggio, anche la vendita online a prezzi così gonfiati».