I big della musica per l'Emilia
Liga: «Niente alibi per lo Stato»

raffaella carrà
25 giugno 2012
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Ligabue: VIDEO su Twitter

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Una distesa di braccia. Voci pronte a urlare dietro alla gola roca di Luciano Ligabue. E ad arrotondarsi per Caterina Caselli e il suo «si muore un po' per poter vivere», di nuovo su un palco dopo decenni e in duetto con Guccini. O ancora a sussurrare i 'Giudizi universali' di Samuele Bersani. Uno spettacolo nello spettacolo, offerto dai quasi quarantamila venuti allo stadio Dall'Ara di Bologna per il 'Concerto per l'Emilia'. Non che sul palco lo show fosse da meno. Quasi tutto il meglio della musica emiliano-romagnola a rapporto. Con un quasi che coincide con il grande assente: Vasco Rossi, che fin dall'inizio ha deciso di non essere della partita e anche su Facebook ribadiva che «la solitudine è una necessità...». Per il resto, c'erano tutti. C'era Zucchero, che ha rotto gli indugi, prima ancora della sigla televisiva per la diretta su Rai Uno, dettando i tempi con una ballata - 'Il suono della domenica' - dedicata proprio a questa sua terra squassata. Pochi minuti ed era inevitabile andare con la mente ai campanili distrutti, ai capannoni venuti giù, alle tende lungo quella «grande pianura» cantata da Francesco Guccini in una struggente "Il vecchio e il bambino", il primo ad aver aderito all'appello per questo concerto lanciato a pochi giorni dal terremoto dal leader dei Nomadi, Beppe Carletti. Guccini che, in un simbolico passaggio di consegne, ha dato il benvenuto sul palco a Luciano Ligabue. Lui, da narratore di questa terra, con due sole canzoni ha raccontato la microstoria dell'Emilia ferita: prima 'Il giorno di dolore', «che nessuno te lo spiega perchè sia successo a te»; ma poi, la nota positiva con 'Il meglio deve ancora venire'.

Gianni Morandi, in un duetto con il leader degli Stadio Gaetano Curreri, riporta Bologna a cantare in coro 'Piazza Grande' di Dalla. Tra un balletto di una scatenata Raffaella Carrà (che ha ricordato i suoi natali in questa città) e un fuori programma con gli sciatori Tomba e Razzoli, c'è anche qualche fischio tra il pubblico quando il conduttore, Fabrizio Frizzi, ha ricordato la visita del Papa nelle zone terremotate prevista per domani. Ha tirato  un bilancio lo stesso Carletti, sul palco accanto al presidente della Regione e commissario straordinario Vasco Errani che ha assicurato che «non faremo quello che è stato fatto da altri parti. Non ricostruiremo paesi due o paesi tre. Rivogliamo le nostre comunità», con ovvii riferimenti a quanto perpetrato all'Aquila dalla "cricca" e dalla politica berlusconiana.

Più di un milione gli incassi allo stadio, si sono avvicinati al milione e mezzo quelli dalle donazioni via sms. Ma se allo stadio gli spettatori si sono fermati a oltre le trentaseimila è stato solo per ragioni di sicurezza. Di più non era permesso.

Tutti gli artisti hanno cantato gratuitamente. Omaggi a Dalla poi da Nek, Paolo Belli, da Cesare Cremonini con Laura Pausini che ha cantato «L'anno che verrà», iniziata dal cantante bolognese con un «Caro Lucio ti scrivo». E alla fine il vero assente è stato Lucio: lui sarebbe stato tra i primi e allo stadio, quando risuonavano le sue note, lo si percepiva.


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