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Basket Nba, Lakers fuori dai playoff: il primo vero fiasco di LeBron James

LeBron James (afp)
Dopo 8 finali consecutive (con Miami e Cleveland) e tre titoli, il Prescelto costretto a fare da spettatore per la prima volta dal 2005: "Non è andata come speravamo". Il suo infortunio a dicembre è stata la svolta in negativo, ma il consiglio ai dirigenti di prendere Davis ha spaccato lo spogliatoio gialloviola
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LOS ANGELES (STATI UNITI) - I Los Angeles Lakers di LeBron James sono fuori dai playoff Nba. Un destino che da tempo era nell'aria, a cui mancava solo l'ufficialità della matematica, arrivata nella notte italiana con la sconfitta casalinga subita dai gialloviola contro Brooklyn per 111-106, che a dieci gare dal termine della regular season li relega a undici vittorie dall'ottavo posto, l'ultimo che ammette alla fase decisiva del campionato. Se per la franchigia californiana, la seconda più titolata nella storia della Lega professionistica e conosciuta in tutto il mondo, si tratta della sesta qualificazione mancata di fila, è invece il primo vero fallimento in carriera per il "Prescelto", che in questo incontro ha sfiorato la 'tripla doppia' mettendo a referto 25 punti, 9 rimbalzi e 14 assist, rimanendo a terra quasi incredulo di fronte all'amaro verdetto.

James senza playoff per la prima volta dal 2005

Per la prima volta dal 2005, dunque, LeBron dovrà seguire da spettatore i playoff, lui che ha giocato le ultime otto finali, prima con Miami (2011-2014) e poi Cleveland (2015-18). "È stata una stagione difficile per tutti noi, non è andata come speravamo, ci sono infortuni, squalifiche, ma non siamo mai riusciti ad avere continuità per 48 minuti nelle partire che abbiamo giocato. Qualificarsi per i playoff non è mai una formalità, devi lottare per disputarli, ma non cambia nulla per me personalmente non giocarli in questa stagione", ha affermato King James, tentando di allontanare la delusione. Anche se il suo infortunio agli adduttori a fine dicembre ha completamente cambiato il corso della stagione dei Lakers, "LBJ", 34 anni e tre volte campione Nba (due con Miami e una con Cleveland), ha ammesso di non essere stato così "brillante ed efficace" come aveva sperato al suo arrivo a Los Angeles. E con dieci partite di regular season ormai inutili ancora da giocare, è possibile che la sua stagione sia finita venerdì.

L'infortunio di LeBron cambia faccia ai Lakers

Un affronto, non c'è che dire, per chi si è auto-proclamato "re" della Nba, contendendo al leggendario Michael Jordan il titolo di miglior giocatore della storia. Il fallimento dei Lakers è prima di tutto il fiasco di James, reclutato lo scorso luglio a peso d'oro, con un contratto di 154 milioni di dollari in quattro anni, per rilanciare la gloria delle famose maglie "viola e oro". James rimane uno dei più prolifici giocatori Nba: è il quinto realizzatore nel campionato 2018-19 (27,5 punti a partita), il terzo miglior assistman (8 per partita) o ancora il settimo giocatore più utilizzato (35,3 minuti a partita). Il 6 marzo, è diventato il quarto miglior marcatore nella storia della Lega, ma a simboleggiare una stagione negativa ha superato il suo idolo Michael Jordan (32.292 punti) in una partita persa nettamente dalla sua squadra allo Staples Center di fronte a Denver (115-99). Anche per il quattro volte Mvp il passare delle stagioni e gli sforzi sul campo e in preparazione hanno iniziato a lasciare il segno. Il suo infortunio all'inguine il 25 dicembre contro Golden State, che lo ha tenuto fuori per un mese, ha completamente cambiato il corso dell'annata per i Lakers, quarti nella Western Conference a fine dicembre. Da quella funesta partita la squadra di Los Angeles ha poi perso 27 delle successive 38 partite.

Il consiglio di prendere Davis spacca lo spogliatoio

Ma è anche dietro le quinte che "King James" ha delle pesanti responsabilità. Visto che su suo consiglio, i dirigenti hanno fatto carte false a inizio febbraio per reclutare il pivot di New Orleans, Anthony Davis, consigliato da Rich Paul, l'agente di... "King James", mettendo in ballo giocatori importanti per cercare di convincere New Orleans, ma invano. Una telenovela che ha finito per implodere nello spogliatoio, con diversi giocatori infastiditi per essere stati inseriti nella lista dei trasferibili. Per non parlare del fatto che le relazioni con New Orleans si sono un po' deteriorate, il che compromette il possibile arrivo di Davis in offseason. Il presidente dei Lakers, il leggendario Magic Johnson, dovrà giocare grosso in estate. Criticato per alcune delle sue decisioni, come le partenze di Brook Lopez e Julius Randle, ora deve convincere un'altra star Nba a venire ad affiancare James. L'elenco dei giocatori disponibili è allettante, con Klay Thompson e Kevin Durant (Golden State), Kawhi Leonard (Toronto), Jimmy Butler (Philadelphia) o Kyrie Irving (Boston). Ma si lasceranno convincere ad unirsi a una squadra che dovrebbe ripartire da zero o quasi, se il licenziamento da tanti anticipato dell'allenatore Luke Walton sarà confermato? Quando persino un fenomeno come "King James" non riesce a risvegliare i Lakers, viene probabilmente da riflettere agli addetti ai lavori.
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